SU DI ME

Eugenio Scagliusi, nato a Bari e residente a Polignano a Mare, la bellissima cittadina a sud est di Bari, colonia greca del IV secolo a.C., nota per la particolarità della sua posizione, su scogli a picco sul mare.
Diplomato al Liceo Classico “Domenico Morea” di Conversano e laureato in Giurisprudenza, esercita la professione legale a Bari dal 1989, con attività prevalente nelle materie del diritto civile, societario e fallimentare. Cassazionista dal 2001, Giudice Ausiliario in Corte di Appello a Lecce dal 2017, scrittore e sportivo, ha sempre coltivato un interesse culturale parallelo sul tema della partecipazione civica della città, sostenendo la concezione di una politica attiva da esercitarsi quotidianamente in ogni contesto ed in ogni ambito, anche a prescindere dall’assunzione di cariche politiche rappresentative, che pure ha ricoperto.
Profondamente persuaso che per superare il più comune sentimento di disaffezione alla politica occorra investire nella “formazione”, rivendica la stretta connessione tra il mondo della politica e quello del diritto, convinto che la vera e più grande sfida della politica sia accostare la norma alla vita, creare un vero ordine giuridico dall’esperienza comune, valorizzandola.
Si ispira al brocardo latino Age quod agis, che riassume nel suo hastag #azione, riferendosi spesso alla frase di Maurice Blondel, “Se non agisco di mia propria iniziativa, c’è alcunchè in me o fuori di me che agisce senza di me”, autore conosciuto attraverso gli illuminanti scritti del filosofo del diritto Giuseppe Capograssi.
Autore di diversi studi, articoli e saggi sui temi della bioetica e della politica quale impegno quotidiano nella pòlis.
Per le Edizioni VivereIn ha pubblicato: “La politica…una idea” (VivereIn, 2007), “Per una politica del dialogo” (VivereIn, 2011) “Il vivere politicamente” (VivereIn, 2018) “Lo sport, valore di promozione umana, tra diritto allo sport ed etica per lo sport” (VivereIn, 2019). “Un nuovo volto per il diritto” (VivereIn”, 2022)

Uno dei miei autori preferiti, Giuseppe Capograssi, scrisse: "Per fortuna seguire gli studi di avvocato non significava fare l'avvocato. Cioè feci quello che feci per non fare quello che facevo." Non riterrei di offenderne la memoria se, ispirandomi e variando, aggiungo la possibilità, per un giurista, volendo, di poter fare anche molto altro...
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